L’Herpes Zoster, più comunemente chiamato Fuoco di Sant’Antonio, è una malattia virale della cute che si manifesta con vescicole che ricordano quelle della varicella.

Infatti è lo stesso virus e, oltre al prurito, può provocare dolore e essere accompagnato da sintomi come febbre, spossatezza, mal di testa fino a nausea e mal di stomaco. Viene curata con antivirali e antidolorifici che bloccano la proliferazione del virus e riducono il dolore, e in genere sparisce spontaneamente in 2-4 settimane.

fuoco di sant'antonio

Una cosa è certa, è assolutamente vietato toccare la zona infetta per non irritarla ulteriormente. E visto che solitamente colpisce il corpo nella zona del tronco, la domanda viene spontanea: come si provvede all’igiene in queste settimane?

Consigli utili per chi ha il Fuoco di S. Antonio

Sarebbe meglio non far entrare in contatto diretto l’acqua con le vescicole, ma, se proprio non riuscite, meglio farsi la doccia usando saponi non aggressivi, possibilmente naturali e biologici.

Non strofinare assolutamente la pelle, potreste rischiare di far scoppiare le bolle, e il liquido che fuoriesce risulta essere molto contagioso.

Tamponare la zona colpita con delicatezza sia nel lavaggio che nell’asciugatura, oppure, meglio ancora, far asciugare all’aria.

Ovviamente usare l’acqua fredda per lavarsi, mai calda, almeno nelle zone infette, per evitare ulteriori irritazioni. Esistono inoltre dei saponi, come quello allo zolfo, appositamente studiati per detergere le zone del corpo colpite da lesioni di varia natura, e adatti anche nel caso del Fuoco di Sant’Antonio.

Ricordate che comunque il Fuoco di San’Antonio è un virus e, come tale, deve fare il suo corso. Potete solo attendere cercando, come potete, di alleviare il dolore, il prurito e il bruciore.

I “rimedi della nonna” per alleviare il Fuoco di S. Antonio

L’impacco freddo, un po’ come il nero, sta bene su tutto. Ha azione antidolorifica con effetto immediato regalando un po’ di sollievo e benessere.

Anche il miele può venirci in aiuto: spalmarlo sulle vescicole almeno due volte al giorno può riuscire a calmare il bruciore.

Se avete del tea tree oil a casa, o della semplice acqua ossigenata, provate a versane un po’ sulla lesione con l’aiuto di un contagocce. E anche nella dispensa o nel frigorifero si può trovare l’ingrediente adatto: una carota, bollita e ridotta in poltiglia diventa una crema da applicare giornalmente per ridurre i fastidi.

Da non dimenticare e mai da sottovalutare l’amico peperoncino. Utilissimo su più fronti, è un vero toccasana e in questo caso può aiutarci a combattere il dolore mescolandolo insieme all’aloe vera in gel e applicando questa pasta ottenuta direttamente sulle vescicole.

E non solo, è utile anche nell’alimentazione e può aiutare il nostro corpo da dentro: il peperoncino ha infatti proprietà non solo antiossidanti, ma anche anti irritanti.
Anche i decotti di erbe naturali come verbene o bardana, usati localmente, possono dare sollievo e aiutare a sopportare il prurito.

Inoltre si consiglia di bere tisane come l’infuso di melissa, che ha effetto calmante, analgesico e antivirale. Le bustine utilizzate possono essere usate anche sulle lesioni fino a quattro volte al giorno, con effetto benefico per la pelle.

Cosa causa il fuoco di S. Antonio e come prevenirlo

Questo virus colpisce i soggetti vaccinati contro il virus della rosolia quando le difese immunitarie si abbassano. E la causa più frequente è proprio lo stress, che riattiva improvvisamente questo virus che rimaneva latente nel nostro corpo.

Quindi, come per moltissime patologie, cerchiamo di mantenere uno stato di equilibrio e benessere seguendo un’alimentazione corretta e facendo almeno un po’ di attività fisica, che fa bene al corpo e allo spirito e riattiva le difese naturali del nostro organismo.