Secondo un’indagine svolta da un team di chirurghi americani, sempre più persone, sia uomini che donne, negli ultimi vent’anni, sono ricorsi ad interventi di chirurgia estetica per rimodellare alcune parti del loro corpo. Tra le operazioni maggiormente richieste, spiccano ai primi posti quelle al naso, infatti, secondo i dati riportati dall’Aicpe, nell’ultimo anno il numero di rinoplastiche è in crescita del 15% rispetto all’anno 2021.
La rinoplastica si esegue principalmente per due motivi: estetico e o funzionale alla respirazione. A prevalere è sicuramente l’esigenza estetica, infatti è fondamentale, per ognuno di noi, sentirsi fisicamente a proprio agio e, se questo non dovesse avvenire, la chirurgia ci fornisce gli strumenti adatti per migliorare quello che ci crea insicurezza.
L’altro aspetto per cui si ricorre all’intervento di rinoplastica è quello di natura funzionale, infatti molte persone a prescindere dal fattore estetico, denotano anche difficoltà nella respirazione, dovuta proprio ad una conformazione non corretta del setto nasale o della struttura ossea.
Cosa tratteremo
Intervento chirurgico di rinoplastica: come si svolge e cosa bisogna sapere
L’intervento di rinoplastica viene eseguito per migliorare l’aspetto estetico del naso e con esso l’intero viso, vista la posizione centrale in cui è collocato, quasi sempre, modellando il naso si ottiene un miglioramento dell’intera armonia del viso.
Prima di entrare in sala operatoria, è di fondamentale importanza, per il paziente, avere un buon feeling con il chirurgo che deve eseguire l’operazione, è necessaria infatti una certa professionalità del medico in questione. Egli dovrà, infatti, consigliare il paziente valutando attentamente il singolo caso per ottimizzare al meglio il risultato da ottenere.
Per quanto riguarda l’aspetto medico, è molto importante, nel corso della prima visita, informare il chirurgo di precedenti malattie o traumi delle ossa del naso. È altresì raccomandabile riferire eventuali allergie o uso abituale di farmaci, in modo da prevenire eventuali effetti collaterali.
Il medico, dal canto suo, consiglierà a scopo precauzionale, la sospensione di eventuali farmaci a base di acetilsalicilico (aspirina, vivin C ecc.), evitare di fumare nei giorni che precedono l’operazione e non assumere cibi o bevande in concomitanza dello stesso.
L’intervento ha una durata di circa due ore, nella maggior parte dei casi viene eseguito in anestesia generale, ma se richiesto, può essere adottata anche l’anestesia locale associata alla sedazione. Ci sono due tecniche d’intervento, infatti in base alle caratteristiche morfologiche del naso, il dottore può optare per la tradizionale rinoplastica aperta o quella chiusa, meno longeva ma altrettanto efficace.
La rinoplastica aperta consente al medico che si occupa dell’intervento, tramite l’incisione della columella e della base delle narici, di avere un campo visivo ampio e poter intervenire con estrema precisione, mentre nella rinoplastica chiusa, accedendo attraverso le fosse nasali, il campo visivo è sicuramente ridotto, ottenendo però il vantaggio di non rilasciare cicatrici visibili.
Fase post-operatoria della rinoplastica: eventuali terapie da seguire
Il decorso dopo l’intervento è una fase molto delicata e va curato con estrema attenzione, per essere sicuri di raggiungere un risultato ottimale nel minor tempo possibile. Subito dopo l’operazione vengono applicati dei tamponi alle narici ed un gessetto sul dorso nasale per impedire qualsiasi movimento anomalo alle ossa ancora fragili. Questo potrà essere rimosso dopo una settimana.
Appena dopo l’intervento il volto si presenterà gonfio e con qualche ecchimosi, è raccomandabile non esporsi ai raggi solari. Anche il dolore post-operatorio è pressoché nullo e nei casi in cui è presente viene prescritta una terapia a base di antidolorifici, con dosaggi individuali stabiliti di caso in caso.
In conclusione il paziente tornerà alle attività quotidiane dopo una quindicina di giorni valutando insieme al proprio medico i progressi nelle visite post-operatorie scansionate nei successivi sei mesi.