Oggigiorno, milioni di persone in tutto il mondo soffrono di un disturbo così frequente in età adulta al punto da essere considerato dalla comunità scientifica come una sorta di cambiamento fisiologico: stiamo parlando dell’intolleranza al lattosio, una problematica ormai fin troppo comune.

Perché si manifesta questo disturbo? Quali sono i sintomi che lo caratterizzano? Che dire della dieta che è necessario seguire per non incorrere in shock anafilattici molto gravi?
Esaminiamo la risposta a ciascun quesito in modo esaustivo e chiaro!

Intolleranza al lattosio: definizione e cause

L’intolleranza al lattosio è una condizione patologica che si origina dalla totale assenza dell’enzima lattasi, una sostanza cruciale nella scissione e nella degradazione del lattosio in glucosio e galattosio nell’intestino.

intolleranza al lattosio

Tale deficienza risulta essere molto grave dato che il lattosio è uno degli zuccheri fondamentali contenuti nella normale dieta di un essere umano.

Le cause che si celano dietro l’intolleranza al lattosio fanno sì che essa si divida in:

  • primaria, la forma più comune che è caratterizzata dalla graduale riduzione dell’enzima lattasi nell’organismo dalla tenera età di 2 anni e dalla forte componente genetica tra le principali motivazioni per le quali insorge;
  • secondaria, tipologia che si origina a partire da altri disturbi intestinali, come la gastroenterite, la celiachia, il Morbo di Crohn, ma anche da lunghi cicli terapeutici, come quelli chemioterapici o antibiotici;
  • congenita, forma abbastanza rara ma che si manifesta a partire dalla mancanza dell’enzima lattasi sin dalla nascita per cause genetiche.

Intolleranza al lattosio: i sintomi

Qualora una persona intollerante al lattosio dovesse ingerire un alimento che contiene quantitativi dello zucchero in questione, i sintomi che si manifestano compongono un quadro molto specifico che ha luogo in un lasso di tempo compreso dai 30 minuti alle 2 ore dall’ingestione.

Tra di essi si annoverano:

  • dissenteria;
  • nausea;
  • flatulenza;
  • gonfiore addominale;
  • barborigmi (rumori intestinali);
  • tenesmo rettale;
  • frequente bisogno di evacuare.

Ovviamente, l’entità di ciascun sintomo è strettamente legata al quantitativo di lattosio ingerito.

Intolleranza al lattosio: i test necessari

Nonostante il quadro sintomatologico sia così specifico da permettere una diagnosi a livello domestico, esistono diversi esami medici utili per individuare tale intolleranza al 100%.

Uno di essi è senza dubbio il breath test all’idrogeno, un esame assolutamente non invasivo che si basa su un semplicissimo principio fisiologico: qualora uno zucchero non venga assimilato dall’intestino tenue, subisce la fermentazione dalla flora batterica intestinale, processo che include la formazione di un certo quantitativo di idrogeno.

test lattosio

Durante il test, pertanto, basta somministrare una piccola quantità di lattosio al soggetto e verificare che egli esali una modesta percentuale di idrogeno per diagnosticare l’intolleranza.

Oltre al breath test all’idrogeno, anche l’emocromo permette di capire se esiste l’intolleranza, esattamente come la biopsia duodenale, esame assolutamente più invasivo.

Infine, si potrebbe optare per l’esame delle feci per misurare e osservare da vicino la loro acidità e procedere per eliminazione.

Intolleranza al lattosio: la dieta da seguire

Per l’intolleranza al lattosio, i rimedi terapeutici e la dieta sono legati doppio filo: basta, infatti, eliminare alcuni alimenti ricchi di lattosio per stroncare conseguentemente i sintomi che si scatenerebbero a seguito dell’ingestione dello zucchero.

Questo, ovviamente, comporta la totale eliminazione del latte e dei suoi derivati ma non solo: è necessario instaurare una dieta specifica con l’ausilio di un nutrizionista capace e competente.

Tra gli alimenti da evitare, oltre ai latticini, c’è il pane e i prodotti da forno, così come la margarina, i cereali, alcune carni, l’insalata e i prodotti surgelati.

Molto spesso, il lattosio viene utilizzato come additivo per gli insaccati: questo mette sotto la lente di ingrandimento tale ulteriore categoria di alimenti.

Infine, anche alcuni farmaci contengono nel principio attivo delle tracce di lattosio, esattamente come le pillole anticoncezionali.

Ad ogni modo, basta prestare attenzione alla propria dieta e seguire i consigli del nutrizionista per evitare di incorrere in disagi e problemi che possono provocare l’insorgenza di sintomi parecchio fastidiosi e potenzialmente pericolosi.