La corretta valutazione dei valori degli eosinofili, divisi tra alti, bassi e normali, riveste notevole importanza per la funzione che questi svolgono nell’organismo. In particolar modo sono importanti per il supporto nella risposta immunitaria alle infezioni causate da parassiti e alle reazioni allergiche.
Una variazione del loro livello può essere segnale di uno squilibrio interno la cui presenza deve essere verificata con opportune analisi effettuate sotto prescrizione medica.
Vediamo insieme, nel dettaglio, cosa sono, quali sono i valori normali e quando considerarli alti o bassi.
Cosa tratteremo
Gli eosinofili: natura e funzioni
Gli eosinofili appartengono alla famiglia dei globuli bianchi, per l’esattezza ai granulociti, e la loro attività nel corpo è quella di:
- eliminare elementi che non appartengono all’organismo;
- regolare il ciclo di vita delle reazioni infiammatorie, al fine di agevolare la guarigione.
Sono cellule prodotte dal tessuto midollare osseo che, dopo la loro maturazione, vanno a posizionarsi nelle parti organiche. Principalmente polmoni, epidermide, sistema urinario e digestivo, dove svolgeranno per circa 15 giorni la loro funzione.
I valori degli eosinofili
È sempre bene fare riferimento all’intervallo indicato sul referto rilasciato dal centro analisi per valutare dove si posiziona il conteggio riscontrato. Il range, infatti, può cambiare a seconda dello strumento utilizzato.
Inoltre, esistono fattori che condizionano il conteggio degli eosinofili, come situazioni di stress persistenti. Anche le mestruazioni possono essere inglobate in questa casistica, ma anche l’impiego di betabloccanti. Influiscono allo stesso modo il ritmo sonno-veglia e la stagione in cui viene effettuato il prelievo. Scopriamone adesso i valori.
Eosinofili: valori normali
La quantità di cellule deve essere compresa tra l’1 e il 4% del totale dei globuli bianchi per un totale compreso tra 50 e 500 unità per microlitro di sangue (μL) o mm cubo (mm3).
Eosinofili: valori alti
La condizione corrispondente a una quantità di eosinofili che supera i valori normali si chiama eosinofilia, che può essere primaria, se deriva da una patologia a carico del sangue; secondaria, nei casi in cui è scatenata da situazioni esterne a tale tessuto; idiopatica, se non si può stabilirne l’origine.
Le cause più frequenti di questo squilibrio organico sono:
- infezioni da funghi o da parassiti intestinali;
- allergie a farmaci e alimenti;
- patologie a carico del surrene, del sistema endocrino o autoimmuni;
- eczemi, dermatiti e altri disturbi cutanei;
- infiammazioni intestinali croniche (ad esempio la rettocolite e il morbo di Crohn);
- presenza in circolo di tossine;
- asma e tumori.
A prescindere dalla causa, essa può anche essere classificata in base all’intervallo di valori relativo alla quantità di cellule: lieve, se da 500 a 1500 unità per μl; moderata, se da 1500 a 5000 per mm cubo; grave: oltre 5000 per microlitro.
Eosinofili: valori bassi
L’eosinopenia si verifica quando i livelli di eosinofili nel sangue sono inferiori al normale e che può essere scatenata da:
- assunzione di antinfiammatori steroidei (ad esempio il cortisone);
- condizioni ipoglicemiche anche dovute ad altre malattie presenti;
- gravi stress persistenti;
- infezioni di una certa gravità dovute a batteri patogeni;
- shock anafilattico;
- terapie immunosoppressive, radio e chemioterapia.
L’eosinopenia è spesso transitoria e non ha significato clinico se rilevata occasionalmente e in modo limitato.
Il conteggio degli eosinofili è parte integrante di un’analisi del sangue detta emocromo (o esame emocromocitometrico). Questo rappresenta una normale routine richiesta dal proprio medico per valutare periodicamente le condizioni di salute generali del paziente. Vine richiesto anche per approfondire la valutazione qualora di sospetti la presenza di qualche patologia.
Non vi è quindi alcuna preparazione particolare per affrontarlo.
Con esso il medico sarà in grado di valutare il quadro clinico e, qualora fosse rilevante, consiglierà la migliore terapia da seguire.