Si tende a pensare che l’alitosi affligga soltanto gli adulti, ma in realtà si tratta di un problema molto frequente anche nei bambini.
Spesso sottovalutata, l’alitosi infantile è quasi sempre frutto di una scarsa igiene orale e delle cattive condizioni di salute della bocca, ma può anche nascondere patologie più serie.
La soluzione migliore è recarsi dal pedodonzista per approfondire le cause del disturbo e scoprire se alla base ci sono dei problemi legati alla salute orale o a condizioni che competono ad altri specialisti.
Cosa tratteremo
Alitosi nei bambini: una questione di igiene orale
Si parla di alitosi infantile quando il bambino soffre dell’emissione di uno sgradevole odore dal cavo orale in modo non occasionale ma persistente.
La causa più comune dell’alito cattivo nei bambini, come negli adulti, è uno stile di vita sregolato non solo a tavola ma soprattutto per quanto concerne l’igiene orale.
Questo sgradevole sintomo infatti è causato dal ristagno tra i denti di residui alimentari che vengono degradati dai batteri della placca, con conseguente produzione di cattivi odori. La pulizia accurata dei denti è quindi essenziale per evitare l’alitosi.
A tal proposito, è bene ricordare l’importanza di prendersi cura della bocca del piccolo ancor prima che i denti erompano. Per farlo, è sufficiente strofinare delicatamente le gengive, la lingua e l’interno delle guance con una garza sterile inumidita.
Quando i primi dentini saranno erotti, si potrà iniziare a utilizzare uno spazzolino specifico per l’età “sporcato” con una piccola quantità di dentifricio al fluoro, che tende a rimineralizzare lo smalto.
Spesso l’alitosi infantile è il riflesso di patologie specifiche del cavo orale, quali gengiviti, parodontiti e carie. In questi casi è indispensabile l’intervento del dentista.
Cause dell’alitosi nei bambini
Il cattivo odore che a volte ammorba l’alito dei bambini non è solo il risultato di una cattiva igiene della bocca. Ad esempio, capita spesso che al momento dell’eruzione dei primi dentini, cioè intorno ai sei mesi di vita, alcuni bambini soffrano di alitosi.
In questo caso, si tratta di un fenomeno transitorio che diminuisce fino a scomparire una volta terminata questa fase.
Acetone e bocca secca: disordini che provocano alito cattivo
Se l’alito presenta un tipico odore di frutta matura si tratta quasi certamente di acetone, noto anche come chetosi.
Esso è un disordine metabolico molto frequente nei bambini il cui fisico non è ancora pronto a immagazzinare la necessaria quantità di zuccheri per ottenere energia.
Di conseguenza, l’organismo, una volta esaurite le riserve di glicogeno a disposizione, inizia a catabolizzare i grassi, provocando una produzione eccessiva di corpi chetonici.
Nei bambini questo può capitare quando assumono troppi grassi, e in particolare alimenti quali cioccolata, maionese, patatine fritte e insaccati, oltre a proteine di diversa origine nello stesso pasto.
L’acetone può presentarsi anche come conseguenza di stress emotivi, febbre alta, digiuno prolungato, diabete e sforzi eccessivi. Quando il bambino soffre di chetosi bisogna intervenire sul suo regime alimentare facendogli assumere la giusta quantità di zuccheri complessi e limitando l’apporto di grassi.
Escludendo l’acetone, un’altra causa frequente di alito cattivo nei bambini è la bocca secca. Il ruolo della saliva è, infatti, determinante per mantenere la bocca pulita e impedire la proliferazione dei batteri, quindi tutte le condizioni che determinano secchezza delle fauci favoriscono l’alitosi.
L’alitosi come causa di virus e infezioni
L’alito cattivo può annidarsi anche oltre la bocca, per esempio può essere dovuto a problemi intestinali, quali infezioni dello stomaco o dell’intestino causate da virus, batteri o parassiti.
Spesso in questi casi la cura migliore è il riposo a letto, bere un’adeguata quantità di liquidi e assumere probiotici. Se il pediatra lo ritiene necessario, prescriverà una terapia farmacologica specifica (antibiotici o antiparassitari).
A causare l’alitosi nei bambini possono essere anche le infezioni respiratorie che, provocando una secrezione abbondante di muco, producono un alito maleodorante che non trae origine dalla bocca, bensì dall’espirazione dell’aria.
Possono infine determinare un odore sgradevole del fiato anche le placche bianche che a volte si formano sulla superficie bucherellata delle tonsille.
Queste formazioni, infatti, sono ricoperte di batteri e quindi producono cattivo odore. In questo caso il disturbo si risolve con una terapia antibiotica prescritta dal pediatra.