I linfociti svolgono un compito importante per la nostra salute, in particolare per quanto riguarda l’efficienza del nostro sistema immunitario.

Essi, infatti, vengono prodotti dal sistema immunitario per contrastare le malattie. Si tratta di cellule del sangue appartenenti alla grande famiglia dei globuli bianchi e, assieme ai macrofagi e monociti, costituiscono la cosiddetta immunità innata.

Qual è il compito dei linfociti

La funzione principale dei linfociti è di generare le immunoglobuline (oppure tossine), le quali hanno il compito di sconfiggere le cellule batteriche e tutte quelle che l’organismo riconosce come intruse.

In ambito biologico, questo meccanismo viene definito citotossica-killer. Esistono due categorie di linfociti: B e T.

I linfociti di tipo “B” producono anticorpi, mentre quelli di tipo “T” svolgono la funzione di stimolare i linfociti “B” a produrre anticorpi.

I linfociti, inoltre, sono responsabili della produzione di citochine e interleuchine, molecole che producono a loro volta altri linfociti.

Nel caso in cui l’organismo dovesse rilevare cellule “estranee”, i linfociti schierano i macrofagi o i neutrofili per attivare la risposta immunitaria del soggetto.

Come mai i linfociti sono alti

Se il medico curante rileva i valori dei linfociti alti, significa che c’è in corso una infezione oppure che si è affetti da una patologia.

Generalmente i valori ottimali dei linfociti in un soggetto adulto devono essere compresi tra 1500 e 3000 unità per microlitro di sangue. Nei bambini, invece, cambiano il range e va da 500 sino a 900 unità per microlitro di sangue.

Nel caso in cui i valori dovessero superare queste unità, è necessario fare i dovuti approfondimenti medici.

In medicina, i valori alti di linfociti danno vita alla cosiddetta linfocitosi.

Generalmente i linfociti si alzano in caso di:

  1. Infezioni: esse possono essere sia di natura virale che batterica. Nel primo caso vi è un incremento di leucociti, che a loro volta aumentano i linfociti. Nel secondo caso, invece, avviene un incremento dei neutrofili e dei linfociti. Le infezioni virali che causano un aumento dei linfociti sono le più disparate, come ad esempio la mononucleosi, oppure il Rhinovirus. Tra le infezioni batteriche responsabili troviamo anche la Toxoplasmosi e la “malattia di Chagas“;
  2. Leucemia: in questo caso avviene una prolificazione di linfociti non funzionanti che circolano all’interno del midollo osseo, fegato e milza;
  3. Tumore: vengono rilasciate determinate sostanze che stimolano il midollo osseo a incrementare la produzione delle cosiddette “cellule corpuscolate“, innescando così una reazione infiammatoria;
  4. Malattia autoimmune: in pazienti che sono affetti da questo tipo di malattie (come, ad esempio, disfunzioni tiroidea o artrite reumatoide), accade che l’organismo, in risposta alla malattia stessa, cominci a produrre una quantità elevata di linfociti.

Esistono altri fattori che possono alzare i valori dei linfociti, come ad esempio la disidratazione, l’uso di farmaci specifici (come, ad esempio, l’eparina o i farmaci contro l’epilessia) e lo stress.

Anche durante la gestazione può accadere che una donna presenti linfociti altissimi; si tratta di una reazione di adattamento normale dell’organismo della gestante.

Analisi dei linfociti: come si misurano i valori

Per misurare i valori dei linfociti basta un semplice prelievo del sangue.

Analizzando l’emocromo è possibile quantificare la quantità di cellule nel sangue (piastrine, globuli rossi e bianchi) e quindi anche il numero di linfociti presenti.

Vi sono alcuni farmaci che possono falsare il risultato dell’esame, alterando dunque i valori dei linfociti; nello specifico troviamo antibiotici e cortisonici.